venerdì 13 novembre 2009

VIOLENZA SUL LAVORO "DENUNCIARE-DENUNCIARE- L'UNICO RIMEDIO "

Mobbing
l modo di fare autoritario e un po’ dispotico con tutti i suoi sottoposti allo stesso modo, ciò non è automaticamente Il mobber è in una posizione superiore rispetto alla vittima: un dirigente, un capo reparto, un capufficio, un collega di anzianità o di mansioni superiori. Questo tipo di mobbing comprende atteggiamenti ed azioni riconducibili alla ben conosciuta tematica dell’abuso di potere, cioè dell’uso eccessivo, arbitrario o illecito del potere che un ruolo professionale implica. Il capo tradizionale, autoritario e severo, è tendenzialmente più soggetto a questa inclinazione, tuttavia sarebbe errato ritenere che il capo "amicone" ne sia immune.
Il discorso è infatti più ampio: il mobbing può insorgere in ogniuno dei due casi, quando il capo usa uno di questi due stili di guida in modo non uniforme. Se infatti usa imobbing. Finchè egli usa con tutti lo stesso metro e ogniuno subisce un trattamento giustamente ripartito e conseguente a ciò che effettivamente ha fatto, egli potrà essere accusato di eccessivo zelo, ma non di mobbing. Se invece usa il modo di fare da "amicone", ma più con qualcuno emeno con altri, cioè se mostra di fare delle prefernze, allora il mobbing non è troppo lontano.
In un primo tempo ci si è chiesti se per caso qesto tipo di mobbing non derivasse dalla gerarchia organizzativa aziendale stessa, ossia se la struttura gerarchica della ditta non facilitasse o addirittura provocasse l’insorgere del mobbing dall’alto, concentrando potere e capacità decisionali nelle mani di alcuni suoi componenti a scapito di altri. Nonosatnte questo si è visto che snellire la gerarchia aziendale, portandola al minimo indispensabile, porta tanti vantaggi, ma non in fatto di mobbing dall’alto. Questo inquietante fenomeno infatti sembra insorgere ovunque, anche nelle aziende ad organigramma piatto. In ultima analisi, insomma, pare che se una persona fa uso sconsiderato del suo potere professionale, per quanto esso sia limitato, possa divenire con molta probabilità un mobber.

Bossing o mobbing strategico:
E’ una forma di mobbing che viene usata strategicamente dalle imprese per promuovere l’allontanamento dal mondo del lavoro di soggetti in qualche modo scomodi.
Può trattarsi di soggetti appartenenti ad una gestione precedente o assegnati ad un reparto che deve essere dismesso, di soggetti divenuti troppo costosi (un senior costa di più di due contratti di formazione lavoro) o che non corrispondono più alle attese dell’organizzazione.
E’ prassi frequente nelle imprese che hanno subito ristrutturazini, fusioni, cambiamenti che abbiano camportato un esubero di personale difficile da licenziare.
Il mobbing dunque si trasforma in una vera e propria politica aziendale, assumendo caratteri di normalità e di ineluttbilità.
La strategia dell’espulsione prende forma nell’intenzione del diretto superiore ed è mirata ad estromettere il soggetto dal processo lavorativo (sono stati riferiti casi di bossing della durata di 20 anni). L’obiettivo è quello di isolare la persona che si ritiene rappresenti una minaccia o un pericolo, bloccargli la carriera, toglierli il potere, renderlo innoquo.
Nel bossing la competenza sociale e le caratteristiche di personalità del mobber e della vittima giocano un ruolo decisamente importante.

Effetti sulla vittima - Relazionali
Sembrerebbero essere una peculiarità dei paesi mediterreanei, dove il legame familiare è molto forte. Il legame emotivo tra i diversi membri della famiglia può costituire, all’inizio del mobbing, un vantaggio perché l’interessato può scaricare le sue frustrazioni sugli affetti familiari.

Si è riscontrato che alla lunga le famiglie dei mobbizzati non riescono più a sostenere psicologicamente la vittima. Ben presto quest’ultima diventa una minaccia per la salute delnucleo familiare. Spesso questo processo può provocare separazioni o divorzi all’interno delle famiglie dei mobbizzati; in alcune famiglie, la perdita del posto di lavoro di un componente, equivale a perdere la possibilità di rapporto extrafamiliare di qui dispone l’individuo.

L’ansia è uno stato di allarme, di marcata inquietudine e attesa affannosa di un pericolo imminente e indefinibile. Tale stato si associa a sentimenti di incertezza e a vissuti di impotenza. A differenza della paura che è una risposta emozionale a condizioni di pericolo reale esterno ben riconoscibile, l’ansia è una paura senza oggetto, compare senza che vi sia una reale minaccia riconoscibile dal soggetto. Essa diviene patologica qundo l’individuo non riesce più a dare delle risposte funzionali ai problemi lavorativi e ne risente in misura tale da non poter raggiungere scopi realistici e comuni soddisfazioni.
Lo stato d’ansia si può esprimere acutamente sotto forma di crisi oppure in modo più persistente e continuo.
E’ possibile riscontrarlo anche ome sintomo di altre patologie, in questo caso si parla di ansia psichica, legata a disturbi più strettamente psichici o di ansia somatica o somatizzazione d’ansia,con disturbi più strettamente somatici e neurovegetativi.

Effetti sulla vittima - Disturbi d’ansia

Nell’ambito lavorativo si possono riscontrare principalmente due disturbi d’ansia:
- Disturbo d’attacco di panico (DAP): si manifesta con una crisi d’ansia acuta spontanea ed inaspettata dalla durata molto breve. Durante questo lasso di tempo il soggetto vive un’esperienza intensa e traumatica di paura o disagio accompagnata da un senso di pericolo o di catastrofe imminente con conseguenti comportamenti di evitamento delle situazioni in cui il soggetto ha sperimentato per la prima volta la crisi; oppure di rassicurazione. L’attacco insorge inaspettatamente, senza preavviso, raggiunge l’apice rapidamente: di solito bastano 10 minuti o meno.
Questo disturbo è caratterizzato da una serie di sintomi quali: dispnea, palpitazioni, nausea, dolore al petto, sensazioni di soffocamento e asfissia; capogiri, sudorazione e tremori; intensa apprensione, terrore.
Durante l’attacco gli individui riferiscono di aver pensato di essere in procinto di morire, di poter perdere il controllo, di avere un infarto del miocardio o un ictus, o infine di impazzire.
Nei casi di mobbing possono verificarsi due tipi specifici di attacchi di panico:

· attacchi di panico causati dalla situazione (provocati): quando sono fortemente associati a dei fattori scatenanti situazionali.

· attacchi di panico sensibili alla situazione: quando fra l’esposizione allo stimolo o situazione e l’attacco esiste sì una relazione ma meno forte.